Sebbene una cattedra di Fisica facente parte di quelle di Filosofia fosse già presente nel diciassettesimo secolo, è nel diciottesimo secolo che gli studi e l’insegnamento di Fisica Sperimentale a Modena prendono corpo e portano alla costituzione del Gabinetto di Fisica, ad opera di padre Mariano Morini (1732-1801), presso lo Studio Pubblico di San Carlo.

Nel 1772 il duca Francesco III d’Este decide di finanziare una Università per la formazione specialistica dei futuri dirigenti dello stato, assumendo in modo diretto il controllo del suo funzionamento. A seguito di questa riforma la collezione di strumenti dello Studio di San Carlo è trasferita presso il costituendo Gabinetto di Fisica dell’Ateneo, collocato nel nuovo Palazzo dell’Università, a cui Morini stesso dona propri strumenti, in cambio di un vitalizio. Nel 1786 alla direzione del Teatro di Fisica (ossia del laboratorio) è nominato padre Giambattista Venturi (1746-1822), considerato il vero fondatore del Teatro. Venturi contribuisce notevolmente all’arricchimento della collezione, sia con la costruzione di nuove “macchine” da parte di “macchinisti” e artigiani locali che attraverso acquisizioni dall’esterno.

Nell’Anno Accademico 1797/98 l’Università di Modena viene soppressa da Napoleone Bonaparte e trasformata in Liceo. Solo nel gennaio 1815 essa riprenderà a funzionare come tale. Nel periodo napoleonico il Teatro subisce notevoli modifiche a seguito di donazioni ad altre strutture di parte dei suoi strumenti e acquisizioni da altre collezioni e viene trasferito nel palazzo del convento di San Domenico dove è annesso alla nuova Scuola Militare del Genio e dell’Artiglieria (l’attuale Accademia Militare). Dopo la restaurazione ducale, nel 1814 la collezione ritorna nella sede originaria del Palazzo dell’Università, in tre stanze del piano nobile. Nel 1889, il direttore del Gabinetto di Fisica e dell’Osservatorio Geofisico, Ciro Chistoni (1852-1927), si accorda con Carlo Boni, direttore del Museo Civico per depositare una parte degli strumenti di Fisica dell’Ateneo presso il Museo cittadino, che tutt’oggi li ospita e consente di ammirarli in un paio di sale a questo scopo dedicate. Sul finire del secolo scorso la collezione degli strumenti di Fisica del Palazzo dell’Università viene rimossa per lasciare spazio alla Biblioteca della Facoltà di Giurisprudenza.

Gli strumenti vengono imballati e custoditi negli anni a seguire e fino ai giorni nostri in luoghi diversi, in attesa di una adeguata collocazione e valorizzazione. Agli strumenti “storici” si sono aggiunti nel tempo alcuni strumenti utilizzati in epoche più recenti, legati soprattutto alle ricerche sperimentali nel campo della fisica dello stato solido e all’elettronica, svolte dagli anni ’50 ad oggi presso l’Istituto, poi Dipartimento, di Fisica, di recente confluito nel Dipartimento di Scienze Fisiche Matematiche e Informatiche.

Bibliografia

  • Ireneo Affò, Angelo Pezzana, «Fra Mariano Morini de’ Minimi». In: Memorie degli scrittori e letterati parmigiani
    raccolte dal padre Ireneo Affò e continuate da Angelo Pezzana, Volume VII, Parma: dalla Ducale Tipografia, 1833,
    pp. 343-45 (Google libri)
  • Gennaro Moretti, «MORINI, Mariano». In: Enciclopedia Italiana di scienze, lettere ed arti, Vol. XXIII
    (Messie-Ms), Roma: Istituto Treccani, 1934
  • La storia dell’Ateneo, Università di Modena e Reggio Emilia,
    https://www.unimore.it/ateneo/cennistorici.html
  • Cadoppi G., 1989 Gabinetti scientifici e strumentaria nel Ducato di Modena. In: La scienza degli strumenti
    a cura di G. Tarozzi. Accademia Nazionale di Scienze Lettere e Arti Modena, Società Italiana di Fisica
    Bologna, p.27
  • Brenni, P. 2021 La collezione di strumenti scientifici del Museo Civico di Modena. Taccuini d’Arte. Rivista di
    Arte e Storia del territorio di Modena e Reggio Emilia, p.95.
  • Corradini E., 2016 From the Physics Cabinet to the Physics Museum of the University of Modena and
    Reggio Emilia, Atti del XXXVI Convegno annuale SISFA, Napoli 2016.