Gli studi scientifici presso l’Università modenese vivono in questo periodo un momento particolarmente fiorente grazie ai contributi di alcuni valenti scienziati che, recependo gli stimoli internazionali di scoperte scientifiche nuove nell’ambito dei fenomeni elettrici e magnetici, si attivano progettando esperimenti e attrezzature originali e innovative.

E’ proprio in questo periodo che emerge la figura del “macchinista” (che oggi chiameremmo “tecnico coadiutore”), come colui che ha le conoscenze tecniche e la manualità per attuare i progetti dei professori universitari. I professori e i macchinisti firmano gli strumenti che costruiscono come vere e proprie opere d’arte. Molti degli strumenti arrivati fino a noi hanno riscontro nell’inventario redatto nel 1870 (unitamente ad estensioni redatte in anni successivi).

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