Categoria: Meccanica, Moto

Inventore/Costruttore: sconosciuto

Cronologia:  sec. XVIII,1788

Materiali: legno, ottone, ferro

Dimensioni: Altezza 49 cm, lunghezza 64 cm, larghezza 19 cm

Inventario: n. 1071 del catalogo 2018, Classe VI “Macchine riguardanti la Statica, Idrostatica, Meccanica e Idraulica” n.30 (probabile) nel registro inventariale dei beni del patrimonio dell’Università degli Studi affidati a Giovanni Battista Venturi, 1788, Classe III “Macchine relative alla Scienza del Moto, alla Statica ed alla Meccanica” n.27 nel registro inventariale del R. Gabinetto di Fisica, 1813 (convenzionalmente), n.484 nel registro inventariale (dei beni mobili esistenti al 31 dicembre 1870) del Gabinetto di Fisica della R. Università di Modena,1870

Ricerca storica: Prof.ssa Sandra Morelli, Università di Modena e Reggio Emilia

Restauro: Effettuato dalla Associazione Amici del Corni di Modena presso il Dipartimento di Scienze Fisiche, Informatiche e Matematiche nel 2024.

Questo antico strumento, prevalentemente di legno, permette di mostrare la traiettoria parabolica seguita da un corpo che possiede una iniziale velocità orizzontale ed è soggetto ad una accelerazione verticale data dalla accelerazione di gravità. Il moto è bidimensionale. Il corpo è rappresentato da una pallina che viene lasciata cadere, mediante un meccanismo di ottone, dalla sommità di una grondaia a forma di quarto di circonferenza verticale. La pallina compie, rotolando, tutto il percorso di legno, alla fine se ne distacca con velocità orizzontale e cade compiendo una traiettoria semiparabolica. La curva seguita dalla pallina è tracciata, unitamente ad una scala di facile lettura, su un pannello di legno facente parte del dispositivo. Sono presenti, sullo stesso pannello, tre fori in corrispondenza dei numeri 1,4,9 che forse portavano dei campanelli o degli anelli attraverso cui passava la pallina, a dimostrazione che la traiettoria fosse veramente coincidente con il disegno. Purtroppo, la pallina originale, forse di marmo o di metallo, è andata perduta e lo strumento è stato malamente dipinto con vernice marrone che ha coperto il colore chiaro originale ancora visibile in alcune aree. Di questo strumento esiste una indicazione su tutti gli antichi registri inventariali dell’Università di Modena, a partire da quello stilato il 16 ottobre 1788 riguardante il materiale del Patrimonio dell’Università degli Studi dato in consegna al Prof. Giovanni Battista Venturi e restituito dallo stesso Prof. Venturi nel dicembre 1799 “alla presenza del Sig. Fortunato figlio del Sig. Ascanio Bonvicini (?)e di fra Agostino Macchinista”. Questo registro inventariale è depositato presso la Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia (BMRe): Mss. Regg. A 78_4_9, Mss. Regg. A 78_4_10, Mss. Regg. A 78_4_11, Mss. Regg. A 78_4_12

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Macchina di Nollet per la curva dei gravi cadenti