Esperimenti e dimostrazioni di filosofia naturale si diffondono nella seconda parte del Seicento nell’ambito delle accademie che si erano via via create in tutta Europa. In ambito modenese nel XVII opera una specola privata nella casa del Generale Cornelio Malvasia, a Panzano, dove lavorano Geminiano Montanari e Giovanni Domenico Cassini (famoso per aver studiato l’omonima cometa osservata nel 1652-53). La specola era ben attrezzata, tanto che Cassini la definì “Italico Uraniborgo”. A queste osservazioni partecipa anche il Duca Francesco I.
All’inizio del 1600 per impulso di una congregazione di laici guidata dal conte Paolo Boschetti con il favore del duca nasce a Modena il Collegio San Carlo con l’ l’intento di fornire la necessaria cultura di governo al ceto nobiliare. Nel 1626 esso diviene Collegio dei Nobili di San Carlo e si apre ai giovani delle famiglie nobili italiane ed europee, secondo un modello pedagogico che colloca, accanto ai classici studi teologici, letterari e filosofici, quelli scientifici e giuridici. Nel 1685 acquisisce il titolo e le funzioni di università con 8 insegnamenti.
Sempre agli inizi del 1600 i cittadini modenesi chiedono ai conservatori del Comune di istituire un’Accademia. Il primo progetto, intorno al 1680, si dice essere opera di un sacerdote della Congregazione della B.a Vergine e di S. Carlo, il teologo don Dario Sangiovanni. Esso viene ampliato da altri promotori: il marchese Bonifazio Rangoni, il conte Pirro Graziani e il francescano cartesiano Michelangiolo Fardella. Nel 1684-86 inizia un’attività organica documentata costituita da adunanze e deliberazioni. Nel dicembre 1780 l’Accademia si riunìsce in solenne pubblica adunanza, in Corte, per celebrare il suo primo secolo di vita insieme alla salita al trono del Serenissimo Ercole III. Afferma il Tiraboschi nel suo discorso celebrativo che la gloria di veder finalmente fondata un’Accademia, erede della Antica Accademia dei Dissonanti, spetta a Francesco II, Principe illuminato nel promuovere e coltivare le lettere.
In parallelo, a partire dal 1747 nella casa del Marchese Fontanelli e, successivamente, anche nella casa del Marchese Gherardo Rangone a Modena si effettua un vasto programma di esperimenti scientifici di ottica (microscopi e cannocchiali), elettricità e magnetismo, meccanica.
In questi consessi i nobili e i borghesi, accanto agli scienziati veri e propri, importanti professori e di li a poco fondatori del Gabinetto Scientifico Estense, si dilettano nell’uso dei nuovi strumenti. Lo stesso anziano Muratori esprime stupore e ammirazione per le nuove scoperte e compie osservazioni con il barometro. In questo periodo storico muore la filosofia aristotelica e si afferma il metodo sperimentale.
Sotto l’influenza di Newton, vengono proposte in Inghilterra le cosiddette “lecture-demonstrations”, ossia lezioni pubbliche illustrate da numerosissimi esperimenti che mirano a diffondere la filosofia newtoniana. Basate sul modello delle dimostrazioni che vengono proposte in quegli anni presso la Royal Society, queste lezioni, per le quali sono sviluppati nuovi specifici apparati, si diffondono dapprima in Olanda poi nel resto d’Europa, riscuotendo ovunque grandissimo successo. E’ questo il periodo in cui vengono create nelle varie università europee cattedre dette di “Filosofia Sperimentale” – o “Fisica Sperimentale” -, e si moltiplicano i Gabinetti di Fisica, raccolte complete e omogenee di strumenti scientifici.
E’ proprio in una stanza del Collegio San Carlo che, nel 1760, Padre Mariano Morini istituisce il primo Gabinetto di Fisica pubblico del Ducato, tra i primi ad essere costituito in Italia Nel 1772 il duca Francesco III d’Este trasforma l’università in un’istituzione pubblica e la separa dal San Carlo. L’Università viene trasferita nel palazzo ad essa dedicato in via Università e il Gabinetto viene trasferito in questa nuova sede. A quel tempo il Gabinetto ha in forza i macchinisti Modesto Olivieri e Fedele Minari e, dal 1775 Agostino Arleri e Antonio Sgarbi (due frati cappuccini). Arleri è il nome più prestigioso: sotto la supervisione di Giambattista Venturi costruisce macchine del Teatro fisico annoverate tra le migliori. Questi strumenti sono protagonisti delle le prime fasi della rivoluzione scientifica che afferma il ruolo centrale della verifica sperimentale delle teorie e, quindi, della strumentazione nella ricerca. Sempre in questo periodo vengono fondate le basi del legame fra scienza e tecnica che sarà, poi, uno dei connotati fondamentali della scienza moderna.
Nel 1786 padre Giambattista Venturi, frequentatore dell’Accademia Rangoni, assume la direzione del Teatro di Fisica. In qualità di matematico ducale esorta il Governo (Duca Ercole III) a passare al sistema metrico nel Ducato (in regime repubblicano, successivamente, presiederà la commissione per ridurre al sistema metrico decimale i pesi e le misure esistenti nel territorio cispadano).
Bibliografia
- La storia dell’Ateneo, Università di Modena e Reggio Emilia,
https://www.unimore.it/ateneo/cennistorici.html - Cadoppi G., 1989 Gabinetti scientifici e strumentaria nel Ducato di Modena. In: La scienza degli strumenti
a cura di G. Tarozzi. Accademia Nazionale di Scienze Lettere e Arti Modena, Società Italiana di Fisica
Bologna, p.27 - Brenni, P. 2021 La collezione di strumenti scientifici del Museo Civico di Modena. Taccuini d’Arte. Rivista di
Arte e Storia del territorio di Modena e Reggio Emilia, p.95. - Corradini E., 2016 From the Physics Cabinet to the Physics Museum of the University of Modena and
Reggio Emilia, Atti del XXXVI Convegno annuale SISFA, Napoli 2016. - https://www.fondazionesancarlo.it/fondazione/fondazione/storia/
- https://accademiasla-mo.it/it
